Cos'è
In occasione dell’80° anniversario della Liberazione, il Comune di Casina celebra il 25 Aprile, Festa della Liberazione, con una cerimonia commemorativa dedicata a tutte le vittime del nazifascismo e a coloro che hanno lottato per la libertà, la giustizia e la democrazia.
Una ricorrenza particolarmente significativa, che invita a rinnovare il valore della memoria storica e l’impegno per una cittadinanza consapevole e attiva. Per onorare questa importante ricorrenza, verrà inaugurato il “Percorso della Memoria”, un itinerario che attraversa i luoghi simbolici delle commemorazioni partigiane nel territorio comunale, arricchito da pannelli informativi che raccontano le storie dei caduti della Resistenza.
I testi dei pannelli sono stati curati dallo storico Massimo Storchi per ISTORECO e da Yuri Torri per il comitato ANPI Casina.
I LUOGHI DELLA MEMORIA
BUSSINA
Giuseppe Cilloni (Athos) è ucciso a Bussina il 10 giugno 1944 durante un conflitto a fuoco
con un portaordini tedesco.
Si trova in prossimità del ponte e sentendo avvicinarsi la motocicletta del milite decide di affrontarlo in un’azione non preparata.
Purtroppo, ha la peggio e viene colpito a morte. Non aveva ancora compiuto ventidue anni.
Arruolato il 15 aprile 1944 nella 26° Brigata Garibaldi, Cilloni, con altri compagni di Casina, aveva partecipato il giorno prima all’assalto al presidio GNR di Carpineti. Prima di entrare nella Resistenza era stato militare nell’89° Reggimento fanteria a Ventimiglia che fu impegnato anche sul fronte del Don.
CORTOGNO
Nel corso della prima fase dell’Operazione Wallenstein contro le formazioni partigiane, il 4 luglio 1944 truppe tedesche rastrellano vari borghi dell’Appennino tra Canossa e Casina, uccidendo casualmente civili sorpresi nei dintorni.
Molte case sono date alle fiamme (compreso l’abitato di Cortogno) ed il bestiame viene razziato.
Sono uccisi:
Narciso Ferrari e Lino Ferrari (Cortogno)
Dante Incerti, Enrico Rinaldi, Ettore Spallanzani (Paullo)
Guerrino Tarabelloni (Barazzone)
Sante Tarabelloni (Pianzo)
LA GROTTA
Marino Meglioli muore in località la Grotta la sera del 12 giugno 1944, ucciso dalla camicie nere davanti agli occhi della madre Artenice, delle sorelle, del fratello Dino Meglioli (il comandante “Giuda”), e del partigiano Gilio Cassinadri. La Grotta, la casa della famiglia Meglioli, infatti era stata da subito un buon rifugio per i partigiani.
Quella sera i militi fascisti nascosti nel grano circondano la casa, e quando vedono una figura sporgersi dalla finestra aprono il fuoco.
Uccidono Marino mentre la madre e la sorella Jole, nonostante tutto, riescono a nascondere gli altri partigiani grazie a una botola sotto il pavimento.
BOSCO DELLE TANE
I militi fascisti di Felina, informati da una spia sulla presenza di un distaccamento partigiano nel Bosco delle Tane, partono all’alba dell’8 settembre 1944 per Pantano, unendosi a un reparto tedesco. Conoscendo il luogo e le abitudini partigiane, giungono inosservati fino a sorprenderli durante la colazione con un attacco improvviso.
Nonostante la sorpresa, il sangue freddo di alcuni partigiani evita una strage. Molti fuggono, lasciando armi e materiali, mentre Agostino Casotti (“Tarzan”) e Afro Rinaldi (“Alpino”) sono uccisi sul posto.
Il comandante Dino Meglioli (“Giuda”), viene catturato con altri e portato a Pantano dove, dopo atroci torture, è fucilato il 15 settembre insieme a Domenico Casali “Cesira”.
VERCALLO
Il 20 dicembre 1944 partigiani del dist.”Beucci” della 26° Bgt Garibaldi attaccano, presso il borgo di Vercallo una vettura tedesca, nello scontro rimane ferito il cap.Volkmar Seifert, comandante del Lehrstab für Bandenbekämpfung con sede a Ciano d’Enza, che muore il giorno seguente.
Per rappresaglia sono prelevati in due riprese (21 e 23 dicembre) dal carcere di Ciano undici partigiani, condotti nei pressi del luogo dell’agguato e fucilati. Nello stesso luogo viene ucciso anche un civile di passaggio. I corpi restano esposti quattro giorni.